Comunicato stampa del coordinamento delle associazioni ambientaliste 17 agosto 2017

 

La siccità è davvero solo colpa di “Lucifero”?

Il caldo torrido pare passato, ma la situazione idrica e ambientale rimane grave anche nella nostra provincia. Emergenza prevista, a cui il meteo non prevede sbocchi nell’immediato futuro. Fiumi e falde sono in grave siccità e sofferenza. Piante e animali, specie i pesci, sono allo stremo. O sono morti...
Ma Salvioli di Coldiretti Rimini affermava ancora sabato scorso la necessità di prelevare in deroga dal fiume Marecchia già in sofferenza... ed etichettava come "burocrazia" il rispetto di specifici obblighi di legge per il rispetto e la sopravvivenza dell'ambiente fluviale. "

E sono molti i soggetti istituzionali - da Hera al Consorzio di bonifica, ad AMIR e Romagna Acque - intervenuti in queste settimane per spiegarci cosa fanno e prevedono di fare“ per salvaguardare” le risorse idriche e ambientali. I risultati però li abbiamo visti bene in questa torrida estate.

Tutti questi Enti in realtà sponsorizzano strategie che vedono in un ulteriore prelievo idrico e sfruttamento dell’ambiente l’unica prospettiva di sopravvivenza, per l'agricoltura e non solo.

Ma è proprio questo sfruttamento che, unito alla siccità, causa la situazione di grave carenza idrica che si ripete puntualmente ormai da troppi anni.

Una concreta prospettiva di rendere la risorsa idrica abbondante e disponibile senza prosciugare l’acqua di superficie e di falda, con un sistematico riuso delle ingentissime risorse idriche rilasciate dai nostri impianti di depurazione (oltre 50 milioni di metri cubi anno, un sesto della portata annua del Marecchia), viene regolarmente censurata.

Viene da pensare che ci sia una chiara volontà di omettere questo tema e questa possibilità al dibattito e alla conoscenza dei cittadini

L’ Assessore all’Ambiente di Rimini, Anna Montini, ci comunica che sta lavorando a ipotesi di riuso delle risorse idriche…O.k., speriamo che questo lavoro si concretizzi presto in progetti concreti

Ma per ora si continua a sostenere un ciclo integrato delle acqua aperto e “a perdere”, che preleva acqua buona e la rilascia come rifiuto, e che vede nello sfruttamento intensivo dell'ambiente l'unica prospettiva.

In questo modo però si rende scarsa una risorsa abbondante - per poterla vendere a prezzi più cari ? - -trasformando la carenza idrica in un limite permanente allo sviluppo economico della nostra provincia.

Noi diciamo che per difendere il nostro ambiente e la nostra risorsa idrica, e garantirci uno sviluppo sostenibile per il futuro, è necessario che il ciclo integrato dell’ acqua da “aperto” ( con prelievo e scarico nell’ambiente) diventi “chiuso”, con prelievo e riuso regolare della risorsa, dando così conseguenza anche alle previsioni e intenzioni elaborate fin dagli anni ’70 e finora colpevolmente disattese.

E come Associazioni ambientaliste ci attiveremo perché questo tema non sia più omesso e censurato sui tavoli istituzionali e nel dibattito pubblico della realtà riminese

Le Ass.ni ambientaliste A.N.P.A.N.A., Fondazione Cetacea, Legambiente, L’Umana Dimora e WWF Rimini

Rimini, 17 agosto 2017

 

Comunicato stampa del coordinamento delle associazioni ambientaliste, leggi il comunicato "GOVERNO DELL'ACQUA: DAL CONSUMO GARANTITO ALLA CULTURA DEL RIUSO"

 

 

Lettera aperta al Presidente della Provincia di Rimini, Dott. Andrea Gnassi e

p.c: al Presidente RER Dott. Stefano Bonaccini; all'Ass. Ambiente Rn. Dott.ssa Anna Montini

 

E' ormai diventato un ritornello che purtroppo si ripete ogni anno e se continua così sarà sempre peggio. Siamo in stato di emergenza acqua, abbiamo avuto la seconda primavera più calda dal 1800 (+1,9°rispetto alla media 1971-2000) e la terza più asciutta per deficit di precipitazioni. Il clima si sta estremizzando, con eventi meteo sempre più violenti e periodi di siccità e di caldo sempre più spinti.

I Presidenti di Regione e Provincia ci rassicurano sull'approvvigionamento idropotabile, ma temono effetti dannosi su agricoltura e zootecnia. E allora cosa si fa? Prima di tutto foto in bella vista e cifre snocciolate sulla Diga di Ridracoli, la cui riserva ammonterebbe a 30 milioni di m3/anno. Ma questa è la soglia critica, l'equilibrio è a 26, mentre in annate siccitose  può scendere a valori che passano da 11 a 8, e nei mesi estivi ancora meno. Lo dicono i dati citati dal "Piano di conservazione della risorsa idrica” del 2008 pubblicato da ATO. E poi, naturalmente, si fanno scattare i provvedimenti  per la sospensione dei prelievi dai corsi d'acqua, ovverosia le concessioni e le autorizzazioni (sino all'anno scorso competenza del Servizio Tecnico di Bacino, ora di  ARPAE), al fine di garantire il deflusso minimo vitale (DMV) e gli ecosistemi fluviali, come previsto dai disciplinari. Ma con tanto di deroghe. Riguardanti oltre  ai prelievi ad uso umano quelli destinati agli animali da allevamento, al lavaggio di materiali litoidi e quelli destinati alla sola(?!) irrigazione delle colture fruttiviticole, orticole, floro-vivaistiche ecc. In pratica è tutta una deroga...

E che cosa è il DMV? C'è scritto nel Testo Unico Ambientale e in tutte le salse che ne derivano, sino al Piano di Gestione Acque 2015-2021 della RER. E' il quantitativo d'acqua che le captazioni devono rilasciare e garantire al fine di mantenere vitali le caratteristiche e le funzioni dei fiumi, la loro morfologia, la vegetazione riparia, la vita della fauna ittica, la qualità dell'acqua, l'ecosistema cioè.

Bene. Il P.g.A. giustamente prevede tutto questo; non solo, dice anche come realizzarlo. Censimento e revisione delle concessioni; adeguamento dei quantitativi per garantire la portata in alveo; contatori; efficientamento della distribuzione irrigua; risparmio e riciclo della risorsa; realizzazione di vasche di accumulo a fini irrigui ecc.

 Ma ad ogni estate il Marecchia finisce regolarmente in secca, e per gli altri corsi d'acqua è ancora peggio

 Allora la domanda è: chi controlla? Chi verifica che tutto questo sia messo in atto? Non esiste un elenco pubblico e aggiornato delle captazioni d'acqua E nessuno controlla davvero, o è in grado di controllare. Le concessioni in alcuni casi sono vecchissime, non sottoposte ad alcun aggiornamento. Non vi è alcun riuso delle acque bianche, di quelle meteoriche o di reflui da allevamento opportunamente trattati. E non esiste, a quanto risulta, nessun progetto serio per il riuso delle migliaia di metri cubi di acque depurate che ogni giorno finiscono in mare. Il nostro ciclo dell'acqua è sempre“a perdere”, un rubinetto perennemente aperto, dobbiamo chiudere il cerchio. Lo stesso Piano Strategico, in un documento del 2012 riguardante il Fiume Marecchia, lamentava un uso indiscriminato da parte dei privati della risorsa a tutto danno della falda. Per non parlare delle perdite inquinanti dovute a rotture delle vecchie reti fognarie. E degli inauditi sbarramenti illegali sul  fiume, in pieno regime di sospensione delle derivazioni, come nell'agosto dello scorso anno.

In realtà, la vera, grande risorsa e riserva d'acqua di cui disponiamo si trova nella conoide del Fiume Marecchia. Sono 17 Km di falda che si allargano e si alimentano di acquifero sino a raggiungere una profondità che sulla costa arriva a oltre 230 m. E' lì che dovrebbero esserci 30 milioni di m3/anno, nonostante il massacro storico a cui è stato sottoposto il Marecchia negli anni delle escavazioni, lì stanno le nostre riserve idriche potabili primarie che dovrebbero proteggerci dalla siccità. Ma non è una risorsa infinita... Una pluriennale dissennata trascuratezza ha portato a disseccarsi il materasso alluvionale, dove filtrano le acque di superficie e scorrono quelle sotterranee,... anche se di recente Comune, Provincia, ARPAE e Regione E.R. hanno messo a punto un sistema di "Ricarica...della conoide" nell'area della vecchia Cava In.Cal System, al fine di  recuperare la potenzialità idrica della falda. Lo ripetiamo: quali censimenti, quali controlli, quali aggiornamenti, quali efficientamenti e risparmi sono stati fatti? Quali piani per il riutilizzo delle acque depurate, indispensabili per “chiudere il nostro ciclo dell'acqua”, sono allo studio? Lo stato di siccità ricorrente e i cambiamenti climatici in atto richiedono delle risposte.     

Per le Ass.ni  Ambientaliste

A.N.P.A.N.A Rn, Fondazione Cetacea, Legambiente, L'Umana Dimora e WWF Rn

Marco Gennari ANPANA - Rimini Tel.3358033129